ossidiana, considerata l’oro del passato
Questo inverno, dopo giornate intere passate in casa per il brutto tempo, decidiamo ugualmente di fare un giretto in montagna, a fare una semplice passeggiata. Intrappresa la strada bianca ci dirigiamo verso le località di Marrubiu e poi Mogoro, naturalmente , se possibile, tutto in off road. Cosa andiamo a vedere? L’oro nero del periodo neolitico. Siete curiosi di sapere come è andata? Seguitemi nella lettura, e se vi fa piacere c’è allegato un video che racconta tutta la giornata trascorsa. ……PIU’ GIU’…….
doveva essere solo una passeggiata
L’itinerario era tutt’altro, perchè all’improvviso ci siamo trovati davanti una sbarra che ci diceva che la strada era chiusa per “lavori di taglio legnatico nella zona”. Per tanto il passaggio dei veicoli era vietato, per la sicurezza.
l’intenzioni nostre era di fare una passeggiata ad anello, abbastanza semplice per prendere un pò di aria fresca ed eventualmente, qualche funghetto, ma il cancello o la sbarra chiusa, mi ha lasciato un pò spiazzato. Tornando indietro e rimuginando, tracce e luoghi, mi è venuto in mente questa località che era da molto che volevo andare a vedere: le cave di ossidiana, l’oro nero del periodo neolitico.
Cambio di programma
Scendiamo dalla montagna e prendiamo subito la strada laterale della 131 chew ci porta direttamente alla strada, direzione “Morgongioli”, “il parco dell’ Ossidiana di Concas e Cannas“, facilissimo da raggiungere.
Arrivati sul posto, prendiamo acqua e zainetto con il telefonino e il “drone” ( questa è da vedere nel video) e cominciamo a camminare verso la cava. Già in auto , poco prima del parcheggio, si notava per strada questa pietra nera , che cominciava a colorare la carrareccia.
Piccola parentesi: che cosa è l’ssidiana?
Quando le lave vulcaniche eruttano il materiale liquefatto, se il composto è molto ricco di silice e si raffredda in modo rapido, in questo caso entra in contatto con l’acqua, si crea l’ossidiana, che un materiale vetroso di colore nero. In altri luoghi del pianeta si possono trovare anche con diverse colorazioni.
ATTENZIONE in questo luogo si va solo per vedere e osservare le bellezze della natura e insediamenti dove l’uomo , già dal periodo neolitico sfruttava questo tipo di materiale. I cartelli avvertono che è severamente vietato prendere l’ossidiana. Ci sono sanzioni e denunce penali in caso di violazioni.
C’è sempre più oro
Durante la passeggiata, molto semplice, piano piano la strada diventava sempre più nera e ai lati le pietre sempre più grandi: uno spettacolo. Durante la salita, dato che il tempo era uggioso ed il giorno prima aveva piovuto, ad un tratto spicca il sole ed illumina la strada, facendola diventare tutta luccicante dal rifesso, uno spettacolo.
Arriviamo alla cava e si nota subito le pareti da dove estraevano il minerale, molto richiesto, perchè dal periodo neolitico, veniva usato per creare dei “raschiatori per conciare le pelli”, i “coltelli per tagliare la carne” le “freccie per cacciare”. L’ossidiana del Monte Arci era talmente pura che veniva commercializzata in tutto il Mediterraneo e addirittura in Egitto. Questa è stata trovata traccia durante scavi archeologici e con questi fatti si può dedurre che i sardi erano dei grandi navigatori e avevano degli importanti contatti commerciali scambiando l’oro nero. Ecco come veniva considerato questo importantissimo e essenziale materiale.
Tutto questo è spiegato molto bene nei cartelli che si trova all’entrata e durante il percorso. Il sito è organizzato con delle passerelle che indicano le posizioni da osservare, in caso ci sia una guida che accompagna dei gruppi turistici. Un sito molto carino da vedere.
Ora è il momento di rientrare e arrivati all’auto è ora di pranzo. Un bel panino all’aria aperta e che dire: ottima giornata.
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